Si terrà martedì 21 aprile 2015, alle 17,30 presso la sede della Fuis – Piazza Augusto Imperatore 4, l’incontro con Valerio Magrelli. Il percorso concentrerà il dibattito sul libro di poesia Il sangue amaro, ed. Einaudi 2014.
L’AUTORE
Valerio Magrelli è nato a Roma nel 1957, ha pubblicato cinque raccolte di versi. Le prime tre ( Ora serrata retinae, Feltrinelli 1980; Nature e venature, Mondadori 1987; Esercizi di tiptologia, Mondadori 1992) sono state riunite nel volume Poesie e altre poesie (Einaudi 1996), cui hanno fatto seguito Didascalie per la lettura di un giornale (Einaudi 1999) e Disturbi del sistema binario (Einaudi 2006). Sempre da Einaudi sono uscite le prose Nel condominio di carne (2003), Addio al calcio (2010), Geologia di un padre (2013).
Docente di letteratura francese all’Università di Cassino, collabora alle pagine culturali di “La Repubblica”. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito Il Premio Feltrinelli per la poesia italiana.

Valerio Magrelli è nato a Roma nel 1957, ha pubblicato cinque raccolte di versi. Le prime tre ( Ora serrata retinae, Feltrinelli 1980; Nature e venature, Mondadori 1987; Esercizi di tiptologia, Mondadori 1992) sono state riunite nel volume Poesie e altre poesie (Einaudi 1996), cui hanno fatto seguito Didascalie per la lettura di un giornale (Einaudi 1999) e Disturbi del sistema binario (Einaudi 2006). Sempre da Einaudi sono uscite le prose Nel condominio di carne (2003), Addio al calcio (2010), Geologia di un padre (2013).
Docente di letteratura francese all’Università di Cassino, collabora alle pagine culturali di “La Repubblica”. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito Il Premio Feltrinelli per la poesia italiana.
Da: Il sangiue amaro, ed. Einaudi, 2014

Se tutto dovesse andar bene,
ma veramente bene, senza incidenti o crolli,
infine arriverà la tremarella.
Vedo amici più anziani che vibrano,
il mento scosso, le mani inarrestabili.
Parliamo allora di questo movimento,
un vento che soffia da dentro
per scuotere le foglie delle dita
e non si ferma più.
E’ questo stormire neurologico
di fronde che dunque mi attende
se tutto, proprio tutto, dovesse andare bene.
E mi tramuterò in una betulla
o in un cipresso sul bordo del fiume,
con quel tremolare di luci alzate dalla brezza.
Mi farò soffio, mi farò soffiare,
panno lasciato al sole ad asciugare.