Bruno Conte, romano, classe 1938, è scomparso il primo febbraio.
È stato un artista che ha conquistato un ruolo importante nel panorama dell’arte contemporanea, come
documenta la mostra alla GNAM del 2019. E la sua attività letteraria, a partire dalla fine degli anni
Cinquanta, non è stata meno fertile di quella artistica. Se infatti le sue pubblicazioni (senza contare racconti
e articoli sparsi) sono 29, le mostre personali sono 27. Il suo primo libro, pubblicato delle Edizioni Carte
Segrete, Racconti della Serie O, è del 1969; la prima personale, alla Galleria Numero di Firenze, è del 1966.
Da ciò si deduce che le due attività, l’artistica e la letteraria, sono sempre andate parallelamente,
interferendo tra di loro, e non solo sotto l’aspetto più evidente del repertorio illustrativo che spesso
accompagnava i testi. Infatti, il parallelismo è sempre stato soprattutto concettuale. In prosa o in poesia e
nella produzione artistica, Conte ha affrontato situazioni tra l’onirico e il metafisico. Il suo linguaggio,
scarno e rigoroso, alla ricerca di una definizione delle cose “fuori vocabolario”, trovava eco immediata nelle
forme essenziali delle sue composizioni. Fin dai primi anni Sessanta egli ha adottato, come materia per i
suoi lavori, il legno, facendolo diventare protagonista tramite la lavorazione articolata delle superfici che,
dalla forma bidimensionale sono giunte alla tridimensionale. Ora esaltando le peculiarità del legno
naturale, ora abbinando al legno la pittura, ora costruendo “teatrini” di forme lignee, Conte ha creato
universi nei quali l’equilibrio non coincideva con una spazialità reale bensì metafisica che, proprio per
l’equilibrio sotteso, mirava a diventare reale più del reale.
D’ultimo Conte ha partecipato con un suo lavoro alla mostra, curata dalla sottoscritta, “Dante nei libri
d’artista” promossa dalla FUIS ed attualmente bloccata causa Covid. E nel dolore della perdita dell’artista,
dell’amico e del collega, rimane la consolazione che la sua arte gli sopravvivrà.
Stefania Severi
Didascalia dell’immagine
Bruno Conte
Atlante Dantesco da Flaxman 1835
Libro oggetto apribile con due ante mobili in legno, esemplare unico, 2020
Collage e pittura su legno, ante chiuse cm 24x35x3,5